giovedì 24 settembre 2009

DOLEANCES

Oggi è una di quelle giornate in cui la palta si espande a grande velocità su tutto quanto mi circonda. E io non sono nemmeno Harrison Ford......

martedì 22 settembre 2009

Tema: come hai passato l'estate

L'estate del 2009, signora maestra, sarà ricordata come quella che, a forza di stare abbracciata a tutti i condizionatori possibili, ha visto l'insorgere trionfale della mia cervicale. E' stata l'estate dei concerti bellibellissimi di Patti Smith e dei Jethro Tull, e di grandi risate con amici vicini e lontani, quelli coi quali c'è consuetudine di frequentazione e quelli che non si vedevano da anni. E' stata l'estate delle zanzare tigri assatanate e presenti in ogni luogo e a qualunque altitudine, e della scomparsa del pipistrello di quartiere. Quella dei preparativi per le vacanze e della grande paura per Herrkatz e la fastidiosa infezione che l'ha colta mezz'ora prima del conferimento a pensione presso il gattile. Quella della partenza col cuore in gola e delle telefonate dal Canada per sapere delle sue condizioni e dei conteggi dei fusi orari per non rischiare di svegliare la gente qui in Italia alle 2 del mattino. Quella del primo salto di orca mai visto e del ritorno in sella a un cavallo dopo decine di anni, delle marmotte che rubano il cibo dalle ciotole destinate ai gatti randagi e degli scoiattoli che saltano da un ramo all'altro anche in piena città, del grizzly visto da lontano e degli orsi neri che si spingono sulle rive dei laghi per pescare e mangiare gli insetti che stanno sotto le pietre e poi si fanno pantagrueliche scorpacciate di mirtilli. Di aquile che ti guardano con aria più che schifata dall'alto dei loro rifugi arborei e di curiosi musi di foca che spuntano dal verde dell'acqua a vedere chi disturba la loro pesca. Di riserve indiane e totem, danze tribali e salmone arrostito sul legno del cedro rosso. L'estate che abbiamo visto grattacieli di vetro e d'oro risplendere alla luce del sole morente e degli hot-dog mangiati sulle panchine di piazze pulitissime e piene di fontane, sotto lo sguardo attento di uccellacci e uccellini pronti al duello per accaparrarsi qualunque briciola sfuggirà al tuo pasto. L'estate, cara signora, dei laghi color dello smeraldo e delle lingue di ghiacciaio raggiunte coi bus da neve e delle Niagara Falls viste a testa in su dal battello, col pulviscolo acqueo che ti entra in ogni dove e tu, prima che della possibile insorgenza dell'artrite sulle tue giunture, ti preoccupi di salvare dall'umidità la tua fida reflex, compagna su tante strade del mondo. L'estate degli alberghi con l'Internet point wireless e di Facebook utilizzato per dare tue notizie agli amici mentre sei dall'altra parte del mondo. Della sorprendente casualità di trovarti, all'uscita dal giardino botanico di Montréal, in mezzo a migliaia di persone di tutte le età in maglietta nera skullata e borchia plurima in attesa dell'apertura dei cancelli per il concerto degli Ac Dc. Ma anche l'estate in cui ti sei trovato in mezzo a torme di barboni dormienti per strada, e soggetti strani che portavano tutti i loro averi all'interno di un carrello per la spesa in giro per i parchi verdissimi dei centro-città. L'estate che Herrkomm ha mangiato il salmone e gli è pure piaciuto. L'estate che, una volta tornati, ci siamo ritrovati un ospite felino del tutto inatteso in cantina e l'estate della scomparsa di Hermione e dell'angoscia e della grande gioia provata per la sua ricomparsa. L'estate che Ian Anderson mi ha fatto l'autografo. L'estate che mi son letta quasi tutto Paco Ignacio Taibo II. L'estate che ho smesso di seguire i telegiornali stranieri al primo, divertito accenno al sexigate del premier italiano e ho desiderato di non tornare a casa. L'estate che ho potuto urlare di nuovo slogan contro la Fortitudo durante una partita di basket. Signora maestra, l'unica cosa che non mi è davvero piaciuta è che l'estate è finita prima di quanto sperassi. Buon equinozio d'autunno, signora maestra. La prego, non mi interroghi fino all'equinozio di primavera. Non avrò studiato.