Se un brutto giorno
si avvicinasse alla mia persona
ed un primario dal camice bianco
scuotendo il capo con ciondolìo stanco
dicesse a tutti: Signori miei cari,
non ci son cure, a noi sanitari
del quadro clinico le risultanze
dicono che non ci son più speranze,
vi lascio detto, in tutta coscienza,
quello che voglio che accada in mia assenza.
Se sul lettino di un ospedale
mi sdraierò ormai qual vegetale,
io lo so bene, non tra le insalate
ma al Cimitero vorrò mi portiate.
Non mi attaccate ad alcun macchinario,
vieto a chiunque l’imporre il contrario.
Non vorrò sonde, cateteri, tubi,
nulla che a oltranza il Riposo mi rubi,
‘chè se davvero son giunta alla fine,
fate il piacere, staccate le spine.
Se Fisichella, il gran Cardinale
si avvicinasse al mio capezzale,
prego l’Altissimo d’incenerirlo
e d’una saetta la lingua colpirlo.
Se Giulianone trovasse da dire,
questo anatema lo possa investire:
il suo intestino non trovi più sfogo,
muoia per stipsi il gran demagogo.
Dio degli eserciti, su questo il tuo vice
sa ben quel che pensa, ma non quello che dice:
perchè, se dall’alto han deciso ch’io spiri,
sol grazie all’Enel ei vuol ch’io respiri?
Caro Signore, quaggiù sulla terra
il Tuo segretario a Pietà fa la guerra;
mandagli un angelo, un sogno, un copóne (2)
perché capisca ben la situazione:
quando il mio filo
non è un tiarato che il modo decide:
è un mio diritto, se Su mi si chiama,
partire in barba a qualsiasi proclama....
1) Omaggio a Pietro Vanessi
2) Dicasi “copóne” un colpo bastevolmente secco inferto col palmo aperto della mano sul coppetto di colui che si sarà meritato il gesto.
2 commenti:
sti ..zzi, per fortuna l'ho letto dopo il rhum cooler.
Se è vero che la speranza è l'ultima a morire, perchè pretendere il contrario???
...è quel che mi chiedo anch'io...
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