martedì 15 giugno 2010

Haec propter illos scripta est homines fabula, qui fictis causis innocentes opprimunt

Resa dei conti, l'ingiusta furbizia dei potenti si scontra con la virtù dei forti che amano camminare sui sentieri della giustizia. Nononono, non avete capito. Questa volta, nessuno verrà inquisito ne' tantomeno recluso in umide caverne sotterranee, coi ceppi alle caviglie e i topi che gli scorrazzano attorno. Qui, signori miei, parliamo di basket. Parliamo di un sogno "covato" undici anni, da quando, per non subire l'onta della radiazione dai campionati maggiori per insolvenza, nel '99 si decise di vendere i diritti della serie A a Sassari, e noi di ricominciare da zero. Molta acqua è passata tra le sponde del prisco Montone, e finalmente sembra essere il momento della gloria, agognata e perseguita con tutte le forze. Però.... c'è un però. Come nella migliore tradizione favolistica occidentale, le forze del male cercano di sottrarre a proprio vantaggio l'agognato premio con il sotterfugio e il dolo. Fortitudo Bologna, squadra di farabutti, che la maledizione di Montezuma colpisca Sorrentino mentre sta per tirare il primo tiro libero, in modo che non possa più tirarne. Che il Gigena Silvio inciampi nelle sue scarpe slacciate, finendo per rompersi il naso sul parquet. Che Malaventura, gran faccia di chiulo, venga fermato dalla Polstrada mentre scende in Romagna perchè scambiato per un noto narcotrafficante. Che Lamma, unico che si salva in quell'accozzaglia di stronzi, venga rapito dagli alieni di Alpha Centauri, e non possa tornare prima di 9 anni. Che quella gnola di Cittadini trovi finalmente un arbitro che lo spedisce sotto la doccia per manifesta rottura di balle. Che Genovese perda tutti i capelli in una notte. Che Quaglia si esprima per quello che è, e quindi diventi grande anche nel cognome. Che Micevic disimpari l'italiano, e poi voglio vedere se quel fetente di Finelli gli fa gli schemi in serbo-croato... Insomma, che questo campionato lo vinca una squadra che è stata messa a giocare in serie B solo per il nome che porta, nonostante la società sia insolvente nei confronti della comunità di una bazzecola, solo sei milioni e quattrocentomila euro (chi non li ha nel proprio porcellino salvadanaio!), che paga i giocatori a babbo morto rimandando di giorno in giorno la consegna del conquibus dovuto, che si fa beffe di lodi e sentenze di tribunale, beh, signori miei, è una vergogna, non bella e non buona. E' la summa dell'ingiustizia sportiva, la pira su cui viene ignominiosamente sacrificato il povero De Cubertain; è il trionfo del malaffare, l'apoteosi della Banda Bassotti, l'epifania dell'Antibasket. Così, novella Suor Cristofora, sollevo l'indice contro il cielo lanciando un grido che è ben più d'una speranza: Sacratis illis non prevalebunt. Dovessimo solo giocare a basket, vinceremmo noi. Secondo giustizia.

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