domenica 20 maggio 2012

Lo sciacallo è il peggiore amico dell'uomo

Non ho voglia di ridere, quest'oggi. Non ho voglia di svagarmi. Penso che in una qualche parte dell'Universo si nascondono degli sciacalli che per un'oscura "ragione" hanno pensato che piazzare un bell'ordigno davanti a una scuola e aspettare nell'ombra che qualche ragazzino passasse dall'adolescenza al riposo eterno fosse un'azione importante da farsi, un atto per cui perdere tempo in progetti, prove, realizzazione. Qualcosa che avrebbe portato a un risultato auspicabile, che per qualcuno avrebbe avuto un significato e per il quale valeva spendere una vita o anche più, se ci si fosse riusciti, uno studente, uno qualsiasi, un ragazzino tra i tanti che salgono le scale per entrare a scuola coi suoi libri nella borsa discutendo di calcio con l'amico del cuore, o magari una di quelle ragazzine che entrano a braccetto con l'amica dissimulando quella piccola angoscia per l'interrogazione o il compito in classe. Quel ragazzino che avrebbe potuto essere nostro figlio, nostro nipote, il figlio di quella simpatica coppia che era in vacanza con noi la scorsa estate. Quel ragazzino, quella ragazzina che per noi erano giovani esseri umani prima ancora che volti o ricordi, e che per "loro", gli sciacalli, sono solo i numeri di una contabilità che prevede solo la voce "avere". Sanno curare i loro interessi, gli sciacalli. A qualunque costo. Tanto lo pagano gli altri. 

Vorrei chiedere al simpatico vecchietto col triangolo in testa che ci ha creati e l'occhio del quale tutto vede e tutti giudica se intende, una volta tanto, scendere dal suo perfettissimo empireo per intervenire nelle umane cose. Se possibile, quanto prima. Perchè la giustizia degli umani, imperfetta quanto e più di loro, a volte (e questa sarà una di "quelle" volte) trova sia meglio fermarsi a fare le sabbiature piuttosto che arrivare nell'aula di un tribunale e trionfare......

sabato 26 novembre 2011

Marte le scarpe, lune la fune e fine non avrà....


Un sabato mattina passato a fare il cambio delle scarpe. Prendere in mano calzature frettolosamente messe in solaio la primavera precedente. Spendere un minuto nel ricordarne l'acquisto o le occasioni in cui le hai indossate, per poi esaminarle a luce radente per appurare lo stato del pellame, i graffi e la condizione dello strato di colore; infine, controllare il grado di consunzione dei tacchi e delle suole, per decidere se l'intervento del calzolaio sia o meno necessario. Scegliere la crema per pulire e ingrassare il cuoio, preparare la spugnetta per lo scamosciato o il calzanetto per le scarpe di coppale, e infine dare la spazzola, avanti-indietro-avanti-indietro finchè la scarpa non è bella, pulita e lucida.

Lavoro noioso? Tempo (un sacco) perso? Ma, perdindirindina, se le scarpe pulite vuoi indossare, prima o poi le devi preparare! E il bello è che mentre strisci, pulisci, esamini e curi, la mente è libera di seguire i pensieri più strani.

Se, come con le scarpe,  fossimo capaci di prenderci un po' di tempo, esaminare cosa non va nella nostra quotidianità, curare certi graffi e ridare colore alle congiunture stinte e cariche della polvere del tempo, cercando di capire se non sia forse arrivato il momento di eliminare abitudini o abiti mentali un po' logori in base ai quali a volte diamo valore alle nostre scelte.....

A proposito di congiunture. E' ora di andare a preparare da mangiare per la tribù Herr, animali compresi. Quando si dice la quotidianità.....

martedì 8 novembre 2011

Valle che de’ lamenti miei se’ piena

Ti alzi la mattina e provi a supporre che la giornata sarà durissima, e ti lamenti con il tuo riflesso allo specchio. Nell'ottuso traffico del mattino, vuoi non lamentarti del nonnetto che, lasciato il nipote alla scuola di competenza, ti ostacola, cappello in testa e Panda sotto il culo, nella tua olimpica corsa a ostacoli verso il luogo di lavoro... Entri in ufficio, e ti lasci sommergere dalla palta. Tu, ça va sans dire, ti lamenti con il maledetto mouse che funziona a scatti, e lo tireresti contro il muro tanto per sfogarti. Torni a casa, appronti un pranzo che mangerai in fretta, lamentandoti, senza riuscirlo a gustare. Poi, le mille incombenze della vita quotidiana valgono qualche lamentela in qua e in là, fino a sera. Il supermercato che non ha rifornito le scansie in previsione di un tuo rapinoso passaggio dell'ultimo minuto. La coattiva consuetudine al ferro da stiro, la lavatrice che ha sbagliato il candeggio. La lavastoviglie che ha offuscato la lucentezza della tua padella preferita. Il gatto che ha vomitato, il marito pontifex che straccia gli ualleri dall'alto della sua presunta e ottriata competenza tuttistica, il topo che frigna un capriccio per scacciare la noia, l'altro gatto che miagola la sua fame senza fine nonostante abbia appena ingurgitato a velocità iperspazio la quinta bustina della giornata. L'amica che non ti risponde al telefono, l'arbitro che ha appena fischiato un fallo inesistente alla tua squadra del cuore e il play che ha sbagliato l'assist, l'alluce che ha disfatto l'orlo, la besciamella che ha fatto i grumi, la pioggia che piove, il bucato che non si è asciugato, il brodo insipido, la batteria del computer che si è scaricata, il DVD che s'incanta, la chitarra che si è scordata, l'unghia che si è spezzata, il bagnoschiuma che ti è entrato negli occhi, la maglia che si è macchiata, la messa in piega che non tiene e la parrucchiera che non ha tempo per fissarti un appuntamento. Il tunnel carpale... Son problemi, questi. E grossi, anche. Meritano tutti una geremiade con crismi e controcrismi, altrochè. Poi accendi la televisione. Piove. Da due giorni, senza intervalli. Il fango sembra volere uscire dal video trascinando nel tuo lindo e ordinato salotto il suo carico di devastazione e morte. Sullo sfondo, persone come te piangono la perdita di una persona amata, di un'attività, di un' abitazione piena di oggetti e ricordi amichevoli e confortanti, angosciandosi per l'istantaneo dissolversi di speranze e certezze che erano valsi, fino a quel momento, i sacrifici di tutta una vita. Tu sei sul tuo divano, con la tua famiglia, i tuoi gatti e la tua besciamella coi grumi, e ti lamenti. Mo va a cagheé!

lunedì 18 luglio 2011

Volere volare

A volte, basterebbe fare spallucce al mondo e lasciarsi scappare un pensiero felice. Mica facile.....

venerdì 10 dicembre 2010

Incredibile, sono ancora al mondo....

Posso confermare al mondo e a me stessa di essere tutt'ora in vita. Sfinita, ma viva. Herrkinder ce la sta mettendo proprio tutta, ma purtroppo per lui è adorabile anche durante i capricci peggiori. Tanto vinco io.....

mercoledì 24 novembre 2010

domenica 17 ottobre 2010

Timori

Canticchiavo in cucina questa sera, dallo schermo si esibiva un sornione Phil Collins in versione soul, poi dopo un attimo compare la sorella di Stefano Cucchi. La storia di Stefano e della sua famiglia, così come quelle di Aldrovandi, Bianzino, Lapenna e dei tanti che li hanno preceduti, è tristemente nota a tutti. Mentre ella procedeva nel racconto dell'esperienza che le era toccato di vivere, avrei voluto abbracciare quella donna, nell'urgenza di esprimere a lei e alla sua famiglia la mia solidarietà e partecipazione; poi mi son resa conto che, più che compassione, provo invece paura, una paura folle. Ho paura che "giustizia", "diritto", "ragione" siano in procinto di diventare stringhe di lettere prive di significato, se è vero che chi ha il compito di regolare secondo la legge le situazioni dell'umana convivenza cerca di "correggerti" a suon di mazzate e chi deve assicurarti cure e salute si rifiuta persino di scostare il lenzuolo che ti copre, ancor vivo, per effettuare una diagnosi delle tue condizioni. Anche se i "però lui" e i "sì, ma loro" non possono trovare alcuna giustificazione, queste storie di ordinaria ingiustizia accadono continuamente. Siamo ancora esseri umani, o già ora siamo solo "figurine" che alcuni tirano a muro, a dimostrazione di quanto poco valiamo nel momento in cui non siamo di alcuna utilità? Il Nulla si avvicina all'orizzonte.....

martedì 12 ottobre 2010

Mi son dimenticata di dirvi.....

...che il 26 settembre scorso all'Arena di Verona si è tenuto l'unico concerto italiano del New Blood Tour di Peter Gabriel. I coniugi Herrkomm se ne stavano beibelli in platea a godersi lo spettacolo, poi PG ha attaccato Wallflower, a tradimento... così io ho pianto come un'oca... God, I had lots of fun!


Si veda qui.... e qui.... e qui.... e ancora qui!

domenica 10 ottobre 2010

Yes, I know my chickens, but......


Ogni anno, (sempre lo stesso giorno, puntuale come un treno svizzero, mai che si prenda un bel sei mesi di vacanza....), arriva il mio compleanno. Tutti questi sassolini che chiamiamo anni si stanno ammonticchiando inesorabilmente e neanche tanto lentamente, visto che i minuti han perso il loro “potere di conteggio” e, tra inflazione dello yen e instabilità del prezzo del greggio, si sono deprezzati dai tradizionali sessanta secondi ai quarantacinque circa. Il mio compleanno, si diceva. Il mio compleanno dà l'occasione a Herrkomm e a tutta una serie di soggetti vagamente equivoci, leggi Ameliabefana, Darth Vader, la Bella Belinda, il Candido Pietro e altri, di consorziarsi al fine di mettere a dura prova le mie vetuste coronarie: insomma, tutti gli anni mi preparano una festa a trad a sorpresa. Non difettano di immaginazione, anzi temo che con grande slancio colgano l'occasione per dedicarsi allo sviluppo di quelle macchinazioni che nascondono nei più reconditi recessi dell'animo e che per tutto il resto dell'anno non hanno il coraggio di confessare a loro stessi.

Iniziano le mie amichette del cuore a perculeggiarmi il venerdì: aperitivo, regalino depistante, io domani non ci sono, io neanche, io lavoro, io ho un'unghia incarnita e via discorrendo, tentano di convincermi che la sera successiva saranno tutte, ma proprio tutte, impegnate in faccende personalissime e improcrastinabili. Io becco. De Beccaccinis, si diceva lo scorso anno, l'età e l'esperienza maturata nei trecento e passa giorni trascorsi dal precedente compleanno non mi hanno portato consiglio (o forse comincio a essere sorda e non le ho sentite....). E' che sono portata a fidarmi delle persone che percorrono con me il sentiero dell'esistenza da svariati lustri, incautamente, lo ammetto, ma tant'è....

Il sabato mattina scorre via liscio, le solite commissioni, la spesa, la lavatrice eccetera. SMS e telefonate di auguri, ma dove andate a festeggiare stasera, oh ma che bello che Herrkomm ha scovato un posticino sperduto nella campagna, dev'essere molto romantico, poi ci racconterai, tanti auguri, tanti auguri carissimi e divertitevi.

SERPI!

Mi rilasso, quest'anno niente pirotecnie ed effetti speciali, ce ne stiamo tranquilli tranquilli a tubare come due piccioncini davanti a un piatto di pappardelle col ragù di coniglio, mentre un Sangiovese odoroso rosseggerà nel bicchiere del vino. Tutto bene fino alle sette di sera. Doccia, phon, restauro, normale amministrazione. Poi, tutt'a un tratto, Herrkomm vien preso dalla furia di uscire, dai andiamo, dai su non perdere tempo, è ora di andare, via via via.... Mi viene spiegato che il posticino di cui sopra, alla fin fine una normale pizzeria, si trova nell'agro che costeggia il fiume Pecorone, là ove autoproducesi nebbia durante tutto l'arco dell'anno. La cosa in sè mi perplime.... che ci fa una pizzeria dispersa nel contado.... Anche il navigatore ci mette del suo, impieghiamo un'infinità di tempo a raggiungere un posto che tra l'altro dista non più di duecento metri da casa di mio fratello e che si sarebbe potuto raggiungere con strada più diretta e veloce... Scendiamo dall'auto in un parcheggio solitario, c'è una struttura illuminata che mi sembra un circolo, di quelli che in campagna da noi ancora esistono come “casa del popolo” o “circolo dell'edera”. Tradizioni che van per scomparendo: tre o quattro vecchietti con cappello seduti a un tavolino, luci al neon, marafone, Resto del Ciappino aperto sulla pagina locale... son sempre più perplessa. Ci addentriamo nei meandri della struttura, e non sento rumore di piatti e posate e bicchieri. A dir la verità, nel silenzio -un po' irreale per una pizzeria- mi sembra di udire il caratteristico rumore prodotto da un Molten regolamentare su superficie lignea lucidata, altrimenti detta parquet. Naaaa, ho visto troppa pallacanestro ultimamente.... eppure, mi sembra di sentire il Tunc del Molten di cui sopra che si stampa su una struttura metallica che potremmo anche definire “ferro del canestro”. Naaaa, che ci fa una pizzeria in un campo da basket che dirvi non so..... poi vedo venirmi incontro sei soggetti in braghette e maglietta... maglietta strana, però..... oh cielo! ma tutte hanno una mia immagine stampata sopra... e i sei soggettini io li conosco bene...., sono vetusti quanto e più di me e si palleggiano il Molten in attesa di iniziare l'agone cestistico.... e sulle tribune, le Serpi che saltellano. Mi vien da rispondere “chi non salta bolognese è!” e la serata ha inizio. Herrkomm me l'ha fatta anche quest'anno: ha organizzato una partita di basket in mio onore con anche amici che non vedevo da tempo, e tra l'altro ricevo anche la telefonata di auguri dal mio coach preferito e la dedica del mitico Frasso..... però, peccato compiere gli anni una sola volta l'anno....... Cheeese a tutti, vado a spegnere le candeline... spero che qualcuno mi abbia preparato un idrante perchè non so se ce la farò col solo intervento dei miei polmoni...

venerdì 23 luglio 2010

Murphy's law strikes again

Si trasloca l'ufficio. I grandi capi han deciso che si fa tutto da noi.... quando? Che domande, nel bel mezzo della bolla africana....

martedì 20 luglio 2010

Acque della salute

Evviva! Un milione e quattrocentomila italiani, a sentire i giornali, ha dato il proprio appoggio al referendum contro la privatizzazione delle pubbliche risorse idriche. Chi glielo dice adesso a Romagna Acque che il limpido liquido che ci esce dal rubinetto di casa è già di qualcuno e quindi non ha senso che il "qualcuno" proprietario la debba pagare più della Evian al supermercato?

sabato 17 luglio 2010

Iustitia est habitus animi, suam cuique tribuens dignitatem

Evviva la giustizia sportiva! Torniamo tra i professionisti della pallalcesto dopo un paio di lustri di pianto e stridore di denti. E io, modestamente, cero. Nel senso: adesso vado ad accendere un cero. Per Grazia Ricevuta....

sabato 3 luglio 2010

Per sempre tuo..... Cirano!


Il 30 giugno io e Herrkomm siamo stati a Modena. Non dico nient'altro, ci siamo capiti......

giovedì 17 giugno 2010

That's the real life, darling....

I fetenti-bricconi-ladri-farabutti-disgraziati-falliti e chi vuole aggiungere, aggiunga, han prevalso di un solo punto con tiro di kiulo. La giustizia, ne abbiamo una ulteriore prova, non è di questo mondo: mai che vinca il migliore, vince chi riesce a farla franca. Il Zitadòn piange sconsolato tutta l'amarezza che è scesa sul suo animo. Dicevamo che fosse già scritto che questo era il nostro Annus Mirabilis: qualche furbone deve aver cancellato la scritta, maledizione a lui e a otto generazioni di suoi discendenti. Pazienza. Ma ve lo dico tra un po', quando l'arrabbiatura mi sarà passata....



Due postille: la prima è il saluto a Matias Luis, che questa mattina è tornato in Argentina. Voglio salutarlo e dirgli che è una gran bella persona, e che spero possa un giorno tornare a farci visita.
La seconda riguarda quell'infame di un uruguagio che non ha fatto quasi niente per far vincere i suoi, ma ha voluto condurre personalmente le danze a coronamento dell'inopinata vittoria mettendosi in piedi SOPRA il nostro canestro e saltellandoci per bene. Tanto se lo rompe, la sua società non paga i danni.....

Non ti avevo nemmeno considerato, Alejandro Muro. Non ti avevo lanciato alcuna maledizione, lascia che lo faccia ora, a giochi fatti. Non posso augurarti di perdere i capelli, già non li hai, né posso dirti che perderai giovinezza e beltà, perché hai già una certa età e bello dubito che tu lo sia mai stato.
Poi, non andrò molto lontano dal vero nell'affermare che non riuscirai ad avere un euro da Sacrati; questa bella prospettiva però non mi dà gran soddisfazione, vorrei andare oltre.... Spero che un'infiammazione cronica al nervo sciatico ti accompagni da ora fino alla fine dei tuoi giorni, e che la postura derivante da questo piccolo inconveniente ti porti a un'ernia discale non operabile. Spero che tutte le volte che vedi un pomodoro tu venga colto da spasmi colitici devastanti, e che tu soffra di un tremendo reflusso gastrico che nessuna ranitidina o similare potrà mai lenire. Son sicura che ti verranno le emorroidi, e ogni volta che le farai asportare chirurgicamente, esse faranno come farebbero i capelli che non hai: cresceranno più folte e tenaci che prìa. Che ti parta la frizione ogni volta che ci appoggi il piede sopra, e che si spengano repentinamente tutte le vetture sulle quali salirai. Che i capitani di tutti gli aerei su cui cercherai di viaggiare ti neghino il passaggio "perché quello ha una faccia che non mi convince". Che ti si frantumi una caviglia e si rinsaldi lasciandoti il piede a papera. Insomma, ti auguro tutto il male possibile.

Adesso che mi sono sfogata, credo che cercherò di chiudere il capitolo Fortitudo, almeno fino alla prossima partita.....

martedì 15 giugno 2010

Haec propter illos scripta est homines fabula, qui fictis causis innocentes opprimunt

Resa dei conti, l'ingiusta furbizia dei potenti si scontra con la virtù dei forti che amano camminare sui sentieri della giustizia. Nononono, non avete capito. Questa volta, nessuno verrà inquisito ne' tantomeno recluso in umide caverne sotterranee, coi ceppi alle caviglie e i topi che gli scorrazzano attorno. Qui, signori miei, parliamo di basket. Parliamo di un sogno "covato" undici anni, da quando, per non subire l'onta della radiazione dai campionati maggiori per insolvenza, nel '99 si decise di vendere i diritti della serie A a Sassari, e noi di ricominciare da zero. Molta acqua è passata tra le sponde del prisco Montone, e finalmente sembra essere il momento della gloria, agognata e perseguita con tutte le forze. Però.... c'è un però. Come nella migliore tradizione favolistica occidentale, le forze del male cercano di sottrarre a proprio vantaggio l'agognato premio con il sotterfugio e il dolo. Fortitudo Bologna, squadra di farabutti, che la maledizione di Montezuma colpisca Sorrentino mentre sta per tirare il primo tiro libero, in modo che non possa più tirarne. Che il Gigena Silvio inciampi nelle sue scarpe slacciate, finendo per rompersi il naso sul parquet. Che Malaventura, gran faccia di chiulo, venga fermato dalla Polstrada mentre scende in Romagna perchè scambiato per un noto narcotrafficante. Che Lamma, unico che si salva in quell'accozzaglia di stronzi, venga rapito dagli alieni di Alpha Centauri, e non possa tornare prima di 9 anni. Che quella gnola di Cittadini trovi finalmente un arbitro che lo spedisce sotto la doccia per manifesta rottura di balle. Che Genovese perda tutti i capelli in una notte. Che Quaglia si esprima per quello che è, e quindi diventi grande anche nel cognome. Che Micevic disimpari l'italiano, e poi voglio vedere se quel fetente di Finelli gli fa gli schemi in serbo-croato... Insomma, che questo campionato lo vinca una squadra che è stata messa a giocare in serie B solo per il nome che porta, nonostante la società sia insolvente nei confronti della comunità di una bazzecola, solo sei milioni e quattrocentomila euro (chi non li ha nel proprio porcellino salvadanaio!), che paga i giocatori a babbo morto rimandando di giorno in giorno la consegna del conquibus dovuto, che si fa beffe di lodi e sentenze di tribunale, beh, signori miei, è una vergogna, non bella e non buona. E' la summa dell'ingiustizia sportiva, la pira su cui viene ignominiosamente sacrificato il povero De Cubertain; è il trionfo del malaffare, l'apoteosi della Banda Bassotti, l'epifania dell'Antibasket. Così, novella Suor Cristofora, sollevo l'indice contro il cielo lanciando un grido che è ben più d'una speranza: Sacratis illis non prevalebunt. Dovessimo solo giocare a basket, vinceremmo noi. Secondo giustizia.

mercoledì 28 aprile 2010

Dopo la pioggia viene il sereno, brilla nel cielo l'arcobaleno. Forse.

Mi scuso per l'assenza da queste pagine, ma ero affaccendata in una trafila irta di difficoltà che avrebbe dovuto cambiare (in parte) la mia vita, e invece sono arrivata in fondo e non ho ottenuto nulla di quanto agognato. Un "grazie" di cuore a coloro ai quali avevamo chiesto aiuto per il bel pugno di mosche che ci hanno regalato. Arrabbiatura galattica, ma sono riuscita a non prendere per il collo alcuno di quelli che avrei voluto. Passerà. Prima o poi....

mercoledì 17 febbraio 2010

Il 17 porta male?


Oggi, 17 febbraio. E' la giornata internazionale del gatto: indi per cui, faccio gli auguri a tutti i felini del mondo, grandi o piccoli che siano, e anche alla mia Hermione, che mi/ci tiranneggia felicemente ormai da un anno. Mieowwww!

In secondo luogo, oggi i Genesis entrano nella R&R Hall of Fame, e al gala che seguirà a NY il mese prossimo PG non sarà presente con gli altri 4 vecchietti "prog" per dar vita a una reunion che alcuni (ma non la sottoscritta) da tempo auspicano avvenga. Tenuto conto che il buon Gabriel sta preparando il prossimo tour (When you will be in Italy, Peter?), meglio che se ne stia a Bath. Nel frattempo, mi consolo con il nuovo "Scratch my back": io sono della fazione di quelli entusiasti della nuova uscita....

domenica 24 gennaio 2010

Il tempo passa, il tempo arriverà


Strano ma piacevolissimo l'incontro a pranzo di oggi. Un bel gruppone di "ragazzi di San Giovanni" si è radunato presso i locali di un ristorante della zona. Persone che non si incontravano da lustri e lustri, ex giovanotti e giovanotte hanno impiegato il loro tempo a passare da un tavolo all'altro a darsi poderose manate sulle spalle urlando "Ma guarda te chi c'è! Ma come stai! Moh, quanto tempo! Dove diamine eri finito?". Poi si dà un'occhiata ai figli di Tizio e Caio, che ti ricordi son stati battezzati non molto tempo fa, e ti ricordi che andavano al nido, qualcuno di loro, ma eran pochissimi, approdava già alla prima classe delle elementari. Poi ti accorgi che la simpatica palletta petulante è ormai ultra adolescente, e se tu cerchi di nascondere i chili in più che stanno a significare la tranquilla epifania della tua maturità, ti accorgi che Eufronio non ha più i capelli, ed Eustorgio accarezza con affetto la propria pinguedine, Amarillide ingrigisce lentamente e Panfrosia, oltre ad avere un colore di capelli improbabile, ha qualche cosa che non torna nei lineamenti del viso (accidenti, non si sarà mica siringata le labbra....). Poi ti accorgi che, guardando album di fotografie religiosamente passati di mano in mano, qualcuno non c'è più, qualcuno non ha più la salute di un tempo, qualcuno ha una tristezza nascosta in fondo agli occhi dalla quale, a posteriori, puoi intravedere già i segni di quell'inquietudine insana che ormai ha sconvolto esistenze che credevi spensierate e tranquille. Come passa il tempo, solo ieri indossavamo una tuta per andare a giocare a calcio in un prato che, adesso ti viene in mente, ha oggi lasciato il posto a una serie di villettine a schiera, giocavamo a carte con un parroco che al primo errore ti apostrofava con un "creatura cretina", sedevamo con lo zaino in spalla su sentieri di rocce montane. Oggi siamo, con una vena di rimpianto ma anche di rassegnata consapevolezza, adulti. Chi è avvocato, chi elettricista, chi ha tre figli e chi magari un matrimonio finito male, chi, eterno seminarista, è finalmente diventato pastore di anime. I ragazzini ridono guardando le fotografie di genitori-alieni venuti da un pianeta lontano e, diciamocelo, anche un po' sfigato. Ti rendi conto che l'orologio non si ferma e il tempo passa. Poi però un angolo delle labbra si piega in un mezzo sorriso pensando all'adolescente che eri e all'adulto che sei adesso, e il sorriso si completa al pensiero che forse il tempo che deve ancora arrivare non sarà poi così terribile......

giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale!

Buon Natale a tutti voi. A chi è riuscito a rimanere in piedi sul lastrone di ghiaccio di martedì scorso (e nemmeno Herrkatz ci è riuscita...) e a chi, come me, ha dovuto far ricorso ad abbondanti dosi di Lioton per rimediare alle contusioni. A chi, come me, sta facendo i salti mortali per preparare il pranzo di Santo Stefano (a Natale, pranzo di tutto riposo dalla suocera...) per quella solita "sporca dozzina" e mezza di parenti. L'impresa finora è stata di riuscire a tagliare a pezzi il coniglio senza affettare le zampe alla gatta che si arrampicava su per la gamba del tavolo. Tremo al pensiero di quando dovrò svuotare il cappone...
Buon Natale a chi vien reso bersaglio di santi oggetti contundenti e non si sporca la camicia perchè sennò la (ex) moglie si arrabbia, che il sangue non viene via neanche con la trielina. Buon Natale agli onorevoli che gridano al Penitenziagite, ariva lu Demonio, perchè a forza di gridare al vento si stanno sputtanando quel po' di credibilità che possedevano, e lu Demonio arriverà lo stesso, in quanto capace di perseverare. Buon Natale a tutti quegli americani che riusciranno ad accedere al servizio Sanitario del loro Paese, e speriamo che prima o poi ci arrivino tutti. Se ce la facciamo noi in Italia, ci possono arrivare anche loro. Buon Natale ai giocatori di basket un po' sfigatelli che prima si acciaccano gli arti e poi, in allenamento, si spaccano il naso contro il gomito del pischello sedicenne che gioca in squadra con loro: speriamo che Babbo Natale vi porti un po' di pace ortopedica! Buon Natale alla Fortitudo, perchè passate le feste si decidano a scomparire dall'orbe terracqueo e si calino nel limbo che compete loro iuris causa. Buon Natale a tutti coloro che riusciranno a crearsi una famiglia nonostante le beghe dei servizi sociali, e dei molti che partirono, in bocca al lupo ai pochi che arriveranno al traguardo. Buon Natale alla gatta Hermione e al suo spasimante, il gatto Culone, che le fa la serenata attraverso la gattaiola con un disperato Meow Meow. Buon Natale a Herrkomm, che anche stasera si è chiuso nel suo antro e lavora al prossimo articolo che gli verrà pubblicato nel bel mezzo della trasferta scozzese (se sentite provenire delle parolacce da Nord, sapete da cosa sono state provocate...). E Buon Natale anche a te, povero mondo azzurro che vagoli nello spazio chiedendoti chi te l'ha fatto fare di dare asilo a una torma di esseri egoisti e spreconi che si decideranno a darsi una regolata solo quando le regole non serviranno più a un ciufolo. In quanto a me.... Buon Natale: speriamo che il prossimo 2010 sia un anno di piacevoli sorprese, che sarebbe anche ora. Spero di vincere al Superenalotto, rigorosamente senza dover giocare la schedina. Buon Natale a tutti, insomma, ai belli e ai brutti, ai buoni e ai cattivi, agli amici e ai nemici. Cerchiamo di essere sereni, almeno domani.....

martedì 13 ottobre 2009

Aridajie, Herrkomm.... ^----^

Anche quest'anno, come tutti gli anni da un po' di tempo a questa parte, è arrivato il mio compleanno.
Anche quest'anno, come avviene ormai da un po' di tempo a questa parte, Herrkomm mi ha organizzato una festa a sorpresa.
Anche quest'anno, come sempre, mi sono dimostrata assai Scolopax rusticola (e fatevi un bel salto su Wikipedia!)... quell'uomo, il temibile Herrkomm, quando mi guarda negli occhi, riesce a farmi credere qualsiasi cosa.
Povera me.
Tutto parte da un PRESUNTO impegno di lavoro del beneamato presso una ridente località termale dell'appennino tosco-romagnolo. L'infame mi fa partire dal Zitadòn in corriera (è inutile andare su con due auto - dice lui, il vermilinguo), pur sapendo che io soffro di cinetosi: due ore e passa di bus su e giù per l'alta collina, meravigliosa nei suoi colori ma terribilmente ricca di passi e tornanti. Una goduria.....
Giunta che fussi sul posto, scendo all'albergo ove attendemi un géscano riccioluto pronto a sconocchiare ogni giuntura e articolazione delle quali Natura benignamente mi ha dotata. Alcuni lo chiamano massaggio: anche Torquemada amava definirlo tale.
Per riprendere l'uso degli arti, mi pluffo nella calda piscina termale con un idromassaggio che mi ricorda tanto quello di Una poltrona per due. Dopo mezz'ora di ranocchiamenti ed evoluzioni nel caldo dell'acqua che ribolle nei vari giochi d'acqua, esco dalla piscina e, stancamente, mi reco a riposare in camera, mentre il soggetto al quale santa madre chiesa mi ha indissolubilmente legata è, pensa un po', a fare un massaggio a sua volta (altro che riunione di lavoro....). Il più bello è stato che, nella piscina termale serale, mentre, senza l'ausilio di occhiali, cercavo con sguardo miope le colleghe di Herrkomm che mi era stato detto mi attendevano in vasca per farmi gli auguri, mi vedo spuntare (e sul momento ho pensato di avere visioni mistiche) Ameliabefana e Candide coi rispettivi coniugi che sguazzavano bellamente nella polla caliente, sotto il cielo stellato. Me l'ha fatta anche quest'anno, l'Herrkomm. E io, "la beccaccia", ho creduto ad ogni singola e mendace sillaba uscita dalle sue labbra: se non è amore questo....
La serata, una volta raggiunti dai signori Sepia, si è conclusa in un trionfo di porcini e gourmandises varie presso un rinomato ristorante della zona. Serata ottobrina frizzante ma calda, da gustare e non dimenticare.

Ma il pensiero che mi turba è: cosa diamine architetterà l'anno prossimo il pregevole Herrkomm?


giovedì 24 settembre 2009

DOLEANCES

Oggi è una di quelle giornate in cui la palta si espande a grande velocità su tutto quanto mi circonda. E io non sono nemmeno Harrison Ford......

martedì 22 settembre 2009

Tema: come hai passato l'estate

L'estate del 2009, signora maestra, sarà ricordata come quella che, a forza di stare abbracciata a tutti i condizionatori possibili, ha visto l'insorgere trionfale della mia cervicale. E' stata l'estate dei concerti bellibellissimi di Patti Smith e dei Jethro Tull, e di grandi risate con amici vicini e lontani, quelli coi quali c'è consuetudine di frequentazione e quelli che non si vedevano da anni. E' stata l'estate delle zanzare tigri assatanate e presenti in ogni luogo e a qualunque altitudine, e della scomparsa del pipistrello di quartiere. Quella dei preparativi per le vacanze e della grande paura per Herrkatz e la fastidiosa infezione che l'ha colta mezz'ora prima del conferimento a pensione presso il gattile. Quella della partenza col cuore in gola e delle telefonate dal Canada per sapere delle sue condizioni e dei conteggi dei fusi orari per non rischiare di svegliare la gente qui in Italia alle 2 del mattino. Quella del primo salto di orca mai visto e del ritorno in sella a un cavallo dopo decine di anni, delle marmotte che rubano il cibo dalle ciotole destinate ai gatti randagi e degli scoiattoli che saltano da un ramo all'altro anche in piena città, del grizzly visto da lontano e degli orsi neri che si spingono sulle rive dei laghi per pescare e mangiare gli insetti che stanno sotto le pietre e poi si fanno pantagrueliche scorpacciate di mirtilli. Di aquile che ti guardano con aria più che schifata dall'alto dei loro rifugi arborei e di curiosi musi di foca che spuntano dal verde dell'acqua a vedere chi disturba la loro pesca. Di riserve indiane e totem, danze tribali e salmone arrostito sul legno del cedro rosso. L'estate che abbiamo visto grattacieli di vetro e d'oro risplendere alla luce del sole morente e degli hot-dog mangiati sulle panchine di piazze pulitissime e piene di fontane, sotto lo sguardo attento di uccellacci e uccellini pronti al duello per accaparrarsi qualunque briciola sfuggirà al tuo pasto. L'estate, cara signora, dei laghi color dello smeraldo e delle lingue di ghiacciaio raggiunte coi bus da neve e delle Niagara Falls viste a testa in su dal battello, col pulviscolo acqueo che ti entra in ogni dove e tu, prima che della possibile insorgenza dell'artrite sulle tue giunture, ti preoccupi di salvare dall'umidità la tua fida reflex, compagna su tante strade del mondo. L'estate degli alberghi con l'Internet point wireless e di Facebook utilizzato per dare tue notizie agli amici mentre sei dall'altra parte del mondo. Della sorprendente casualità di trovarti, all'uscita dal giardino botanico di Montréal, in mezzo a migliaia di persone di tutte le età in maglietta nera skullata e borchia plurima in attesa dell'apertura dei cancelli per il concerto degli Ac Dc. Ma anche l'estate in cui ti sei trovato in mezzo a torme di barboni dormienti per strada, e soggetti strani che portavano tutti i loro averi all'interno di un carrello per la spesa in giro per i parchi verdissimi dei centro-città. L'estate che Herrkomm ha mangiato il salmone e gli è pure piaciuto. L'estate che, una volta tornati, ci siamo ritrovati un ospite felino del tutto inatteso in cantina e l'estate della scomparsa di Hermione e dell'angoscia e della grande gioia provata per la sua ricomparsa. L'estate che Ian Anderson mi ha fatto l'autografo. L'estate che mi son letta quasi tutto Paco Ignacio Taibo II. L'estate che ho smesso di seguire i telegiornali stranieri al primo, divertito accenno al sexigate del premier italiano e ho desiderato di non tornare a casa. L'estate che ho potuto urlare di nuovo slogan contro la Fortitudo durante una partita di basket. Signora maestra, l'unica cosa che non mi è davvero piaciuta è che l'estate è finita prima di quanto sperassi. Buon equinozio d'autunno, signora maestra. La prego, non mi interroghi fino all'equinozio di primavera. Non avrò studiato.